Giacomo era sempre un gran fenomeno. Lo ricordo alle mie prime fiere, avrò avuto 25 anni. Era il 1985, proprio l’anno in cui uscì in commercio il Bricco dell’Uccellone.
Le fiere di una volta erano diverse da quelle di oggi, e Giacomo ci credeva molto, veniva a fare il mercato di quartiere o del paesino più sperduto come il Vinexpo di Bordeaux, sempre con la sua mise “easy”. Anche in quegli anni caldissimi, quando i tappi delle bottiglie negli stand saltavano a causa della temperatura.
I suoi stand erano sempre i più vissuti di tutte le fiere: a Vinitaly, oltre ad amici e clienti nuovi e di sempre, non mancavano mai Ornella Muti e Gino Veronelli per esempio. E si mangiava pane e salame, si stappavano bottiglie di Bricco dell’Uccellone e c’erano blocchi di copia commissione che si consumavano come rotoli di Scottex: tra un bicchiere e l’altro Giacomo era bravissimo anche a vendere.
Il suo Bricco dell’Uccellone, lo sanno tutti ormai, ha rivoluzionato il mondo della Barbera, rendendo obsoleta la canzone di Giorgio Gaber “Barbera e Champagne”.
(Osvaldo Longo – Enoteca Longo, Legnano, Milano)
Pubblicato il 17 Aprile, 2020