Musica nella vita, musica nel vino, musica nella trattoria di famiglia: la musica è da sempre uno dei linguaggi che appartengono a Braida, dall’amore spassionato del giovane Giacomo, negli anni Sessanta, per il jazz fino alle etichette di Montebruna, firmate dai grandi della musica italiana ai giorni nostri.
GIANNI BASSO: “ROCCHETTA ERA LA NOSTRA AMERICA, LA NOSTRA CHICAGO, LA NOSTRA NEW ORLEANS”
Raccontava il grande sassofonista Gianni Basso, nel libro di Nichi Stefi dedicato a Giacomo Bologna:
“Erano gli anni ’60, a Milano si suonava al Capolinea sul Naviglio, o negli auditori della RAI, al G al secondo piano. Non erano molti i posti dove si poteva far jazz e starcene in pace. Uno di questi era la trattoria di Giacomo. Non so come e perché, ma la vera dote di Giacomo era che la gente che arrivava lì era solo quella migliore.
Non che fossero tutti esperti dei vari stili di jazz, assolutamente no, ma sapevano ascoltare. Forse perché il vino era buono e non mancava mai, forse perché tutti erano soddisfatti dal cibo, forse anche perché Giacomo si sedeva sempre a un tavolo, sempre in un posto diverso, secondo come andava la serata, faceva una battuta, diceva una parola, organizzava un coro; era sempre attento che tutto funzionasse, che ognuno si sentisse a suo agio, e io ricordo il nostro quartetto, Valdambrini, Piana, Coscia e io, che in quel locale fumoso ha eseguito i pezzi migliori, anche grazie al vino, alla Monella che scendeva in gola come nettare con quel suo punto appena appena frizzante, ‘pétillant’, si dice così vero?
Era la nostra America, la nostra Chicago, e la nostra New Orleans, e quando dall’America, quella vera, arrivava qualche ospite importante come Gerry Mulligan o come Joe Venuti col suo violino, noi eravamo felicissimi di portarli lì, perché avevamo capito che tutti si sentivano a casa. Bisognava vedere come erano contenti: più che se li avessimo portati in un grande teatro. La musica jazz nasce dal dolore di un popolo che si riscatta, ed è anche faticosa da suonare, ma questa musica può diventare improvvisamente allegra, facile, perfino il tremore alle labbra quando spingi nel sax può sparire, e questo accadeva a Rocchetta, nella trattoria dove ho mangiato la polenta con il merluzzo più buona della mia vita, e mi ricordo che era d’estate. Ma a Rocchetta sono tutti un po’ matti. Ero proprio col mio quartetto quando abbiamo suonato per il matrimonio di Giacomo. Quella notte non è mai finita e la gente, Madonna quanta gente!, non stava solo in trattoria, ma anche in piazza. E continuavano ad arrivare le portate e noi suonavamo, bevevamo, suonavamo e credo che fossimo veramente felici. Questo ti dava Giacomo, che si era felici”.
INTERVISTA A GIANNI COSCIA, NE “IL RE DEL MOSTO”
“Giacomo è stato il primo a dirmi che la musica doveva essere come il vino, una cosa immediata, che viene dal cuore”
PAOLO FROLA
La chitarra e versi del dottor Paolo Frola, estroso medico condotto di Rocchetta Tanaro, appassionato cantautore, hanno accompagnato da sempre pranzi, cene e ricorrenze della famiglia Bologna.
Qui, ne “Il Re del Mosto” duetta con Gianni Basso:
MONTEBRUNA – UNA TERRA CHE PARLA
Da un sogno di Giacomo vide la luce, nel ’94, il grande progetto di riunificazione della importante proprietà di Montebruna, proprio a Rocchetta. Prima di essere un vino, Montebruna è una magnifica collina, una terra da sempre coltivata a vigneto, di grande valore enologico. Montebruna è anche un’ispirazione che unisce le generazioni della famiglia Bologna
Giacomo aveva tra i suoi desideri quello di rilevare, a Rocchetta Tanaro, i terreni della collina Montebruna. La proprietà era frazionata fra numerosi agricoltori e all’epoca l’acquisizione fu impossibile. Ma il tempo trova il modo di concedere ciò che all’inizio sembra negare. Ed è il figlio Giuseppe, negli anni Novata, a riprendere i contatti per i terreni. Giovanissimo ma determinato riesce, con paziente tenacia a comprarne la maggioranza.
Oggi Montebruna – 40 ettari in totale di cui 20 vitati e dedicati alla Barbera – ha un impianto particolarmente fitto da cui nascono grappoli più piccoli, con una maturazione ottima e una vendemmia precoce.
Una terra che parla. È questo il messaggio da cui muove il progetto che ha condotto alla realizzazione dell’etichetta del vino.
Le lettere che compongono il nome rappresentano i numerosi appezzamenti di terreno che sono stati acquisiti per ricostruire quella proprietà.
Si richiamano ai filari disegnati, calligraficamente, dalle parole e dalle poesie, ispirate alle emozioni suscitate nei loro autori. Così, attraverso un naturale processo di identificazione tra la vigna e i versi che le sono dedicati, si è data voce a una terra che ha molto da raccontare e veste al suo vino.
Il cantautore Bruno Lauzi, l’eclettico Giorgio Faletti, Roby Facchinetti dei Pooh, il rocker e poeta Omar Pedrini e il Maestro per eccellenza, lo chansonnier Paolo Conte, sono diventati autori di una raccolta di componimenti, tesori del cuore che nascono da ogni incontro con Montebruna e il suo vino.
PRESENTAZIONE DELL’ALBUM DI PAOLO CONTE “SNOB” NELLA STORICA BARRICAIA BRAIDA
Nell’autunno 2014 lo chansonnier astigiano Paolo Conte scelse la storica barricaia Braida per presentare il suo album “Snob”.
Un nutrito gruppo di giornalisti musicali si riversò a Rocchetta per l’occasione: le nostre cantine di via Roma, dove le riserve di Barbera affinano per anni, furono l’insolito teatro della conferenza stampa.
Pubblicato il 6 Febbraio, 2024