dal Canale Terra & Gusto del 2 novembre 2013
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ROCCHETTA TANARO (ASTI) – Se il Barolo è il re dei vini, la Barbera può essere certamente considerata la sua Regina. In Piemonte il nome di questo vitigno fa il paio con l’azienda Braida, nata mezzo secolo fa e ora tra le cantine d’eccellenza di tutta la regione. Tutto ebbe inizio con un soprannome, ‘Braida’, che l’avo Giuseppe Bologna si guadagnò su piazze e sagrati del paese di Rocchetta Tanaro (Asti) giocando la domenica a pallone elastico.
Poi venne Giacomo, che ereditò la vigna e il soprannome, ed ebbe l’ardire di trasformare la Barbera: “La bandiera dell’azienda era ed è tutt’ora ‘Il Bricco dell’Uccellone’, – dice Giuseppe Bologna, titolare dell’azienda – etichetta creata da mio padre Giacomo con l’annata 1982, la Barbera che ha stravolto il concetto di questo vitigno sia in Italia che all’estero. Anticamente infatti veniva visto come un vino semplice, quotidiano, di poco valore, mentre mio padre è riuscito a farlo rivalutare, modificando l’opinione pubblica, fino a farlo considerare un grandissimo vitigno, oggi presente sulle tavole internazionali. Il ‘Bricco dell’Uccellone’ è un vino corposo, fatto di un tessuto simile alla seta, di una piacevolezza tipica della Barbera, che si lascia bere nonostante la grande complessità del vitigno da cui proviene.
Ovviamente tra le nostre etichette abbiamo mantenuto ‘La Monella’, creata nel 1961, che rappresenta le nostre origini; è la più classica espressione della Barbera, leggermente frizzante come voleva il territorio. Era un vino che doveva dare energia, dissetare e accompagnare bene i piatti; la nostra cucina di allora era fatta di piatti molto conditi e grassi, e la Barbara, con la sua acidità e la sua freschezza, era un ottimo calice di accompagnamento. Inoltre le sue leggere bollicine riuscivano a sgrassare bene il palato, pulendo la bocca per proseguire il pasto”.
Dopo suo nonno Giuseppe e suo padre Giacomo, ora Giuseppe porta avanti la tradizione di famiglia apportando, come ogni discendente che si rispetti, le sue innovazioni: “Ho cercato di proseguire nella ricerca sulla Barbera come mi aveva insegnato mio padre – prosegue Giuseppe Bologna – ma ho seguito anche delle mie passioni, prima fra tutte il Pinot Nero. Quindi nel 1994, quando presi in mano le redini dell’azienda, iniziai una sperimentazione su questo vitigno dalla quale nacque il ‘Bacialè’, inizialmente un blend di Barbera e Pinot Nero al quale ora si sono aggiunti altri due vitigni, Cabernet Sauvignon e Merlot”. Grande curiosità da parte delle giornaliste cinesi, in visita all’azienda Braida grazie al progetto Ocm organizzato dalla società fiorentina Business Strategies ai fini del mercato orientale: “Ci stiamo confrontando ancora con difficoltà a questo tipo di pubblico – chiosa Giuseppe – perché non è facile capire precisamente le loro esigenze; inoltre far conoscere il vitigno Barbera e la potenzialità del territorio a un popolo così vasto e così lontano, non è impresa semplice.
Abbiamo scoperto che a differenza degli europei e dei nord americani, un po’ spaventati dalle elevate alcolicità che si sono riscontrate ultimamente nei nostri vini, i cinesi invece non hanno alcun problema nel leggere sull’etichetta 15 o 16 gradi, anzi, ne sono piacevolmente attratti”.
Pubblicato il 4 Novembre, 2013