Un atteso ritorno
L’Ai Suma 2015, riserva di Barbera d’Asti Docg che rappresenta l’apice della produzione della casa vinicola Braida di Rocchetta Tanaro (Asti), si presenta al Vinitaly di Verona dal 15 al 18 aprile 2018 nello Stand N4 del Padiglione 10 Piemonte.
In occasione del ritorno di Ai Suma, Braida raccoglierà sui social le storie e i racconti di traguardi raggiunti e di successi. Quando avete detto “Ai Suma”, ci siamo, ce l’abbiamo fatta? Chi ha il ricordo di un bel successo da condividere, può farlo con un tweet, un post su Facebook o una foto su Instagram con l’hashtag #AiSuma e #BraidaWines.
Non solo Ai Suma, a Vinitaly si potrà degustare l’annata 2017 dei rossi giovani, La Monella e Limonte, dei bianchi di Serra dei Fiori Il Fiore, La Regina e Re di Fiori (disponibile anche il 2018), degli aromatici Moscato d’Asti Vigna Senza Nome e Brachetto d’Acqui.
Montebruna e Il Bacialé saranno in degustazione con l’annata 2016, come le riserve, il Bricco dell’Uccellone e il Bricco della Bigotta.
La Grappa invecchiata di Bricco dell’Uccellone invece riporterà l’annata 2014.
Ai Suma: la storia
Un vino prodotto solo in annate eccezionali e una storia bellissima che parla della capacità enologica ma anche della caparbietà monferrina e del valore dell’amicizia.
Nella primavera del 1989 Giacomo Bologna aveva fatto un viaggio con Luigi Veronelli in Georgia, la terra che rappresenta la culla storica della viticoltura, e l’autunno successivo aveva invitato in Piemonte una delegazione di georgiani per ricambiare l’ospitalità. I georgiani erano attesi per inizio ottobre, ma il loro arrivo slittò oltre la metà del mese.
Contro il parere di tutti, compreso quello del suo enologo, Giacomo aspettò l’arrivo degli ospiti per vendemmiare con loro i grappoli più belli di un vigneto. Bucce sottili dal colore viola intenso: Giacomo era convinto della sua idea. Disse che se il mercato non avesse capito il vino che sarebbe nato da questa vendemmia tardiva se lo sarebbe bevuto tutto lui.
Si vendemmiò finalmente il 16 ottobre. La sera stessa Giacomo pigiò le uve insieme agli amici sovietici.
“Kaumar gioss”, i brindisi di quella notte a Rocchetta Tanaro parlavano georgiano.
“Ai Suma!”, ci siamo, commentò emozionato Giacomo Bologna quando assaggiò il vino che era stato sei mesi in carato di rovere francese.
Nasceva una nuova Barbera Braida.
“Superba Barbera che va gustata con devozione, dacché il vino traluce di commosse memorie” scrisse nella prima retroetichetta di Ai Suma Riccardo Riccardi, conte di Santa Maria di Mongrando.
Quell’ultimo capolavoro avrebbe dovuto chiamarsi Bricco Georgia, ma quando fu pronto per essere venduto Giacomo non c’era più e i suoi figli Raffaella e Giuseppe Bologna decisero di legare per sempre al nome del vino l’espressione di soddisfazione usata dal padre al primo assaggio.
L’etichetta che da sempre veste Ai Suma si ispira a una foto di famiglia, uno scatto in cui Giacomo sorride alla moglie Anna Martinengo.
Per Ai Suma si scelse il sorriso. Duplicato e sistemato a dar forma a una farfalla, quel sorriso esprime – oltre il dialetto, oltre le lingue – il senso puro dell’espressione “Ai Suma”. Quasi un timbro, un’impronta color ceralacca: il sorriso in etichetta è il sigillo del vignaiolo che accompagna il suo vino.
Pubblicato il 19 Aprile, 2018