Il nostro Moscato d’Asti Vigna Senza Nome sarà presente alla degustazione organizzata dal Consorzio dell’Asti Docg e guidata dal giornalista Ian D’Agata al festival agrirock Collisioni.
La degustazione si terrà a Barolo, nel Tempio dell’Enoturista, il 12 luglio ed è organizzata nell’ambito del Progetto Vino con giornalisti, sommelier ed esperti del settore.
Progetto Vino – Da quattro anni Collisioni ha integrato la sua proposta artistica, letteraria e musicale con un progetto dedicato alla cultura enogastronomica italiana: il Progetto Vino di Collisioni, un incoming di esperti a Barolo nei giorni del Festival per una serie di degustazioni, visite in cantina, tour, walk-around tasting, pranzi e cene con produttori e consorzi per far vivere agli ospiti internazionali il territorio e i vini Piemontesi e italiani. Il progetto vino di Collisioni, diretto e ideato dallo scrittore ed esperto di vino Ian D’Agata , ha l’obiettivo di dar voce alla regionalità e alla ricchezza di quello straordinario tesoro che è il patrimonio vinicolo italiano.
Moscato d’Asti Vigna Senza Nome Braida – Prima di acquisire la proprietà nel piccolo paese di Mango nella regione delle Langhe, i Bologna acquistavano le uve Moscato – come era consuetudine fare da secoli – da piccoli produttori nei dintorni di Canelli.
Quando si presentò l’opportunità di acquistare un appezzamento di terreno nella zona tipica del Moscato DOCG, la famiglia finalmente realizzò il sogno di produrre Moscato di qualità da un singolo vigneto.
Fu acquistato un quinto di un vigneto che offriva le condizioni ideali per la maturazione di questa varietà aromatica.
I Bologna avrebbero voluto aggiudicarsi il vigneto intero con il suo nome, ma essendo diviso in diversi appezzamenti di proprietà di altrettanti coltivatori, l’impresa risultò impossibile.
Il vigneto così è stato chiamato ‘Vigna senza nome’.
Nella grafica dell’etichetta è stato utilizzato il cosiddetto quadrato magico un palindromo latino con le parole TENET OPERA SATOR AREPO ROTAS scritto all’interno di un quadrato in modo che possano essere lette dall’alto verso il basso, dal basso verso l’alto, da sinistra a destra, e da destra a sinistra.
La prima apparizione nota del quadrato è stata datata già nel 79 d.C. e può essere tradotto in diversi modi.
Facendo appello al volere della famiglia è stata data l’interpretazione: “il contadino all’aratro dirige i lavori”, essendo finalmente diventati proprietari terrieri, condizione che ha permesso alla famiglia di realizzare quanto finora fatto negli anni. Il Moscato ha un colore giallo limone pallido e rivela un perlage fine e persistente.
Nell’annata 2016 il Moscato è elegante, equilibrato, delicato e fresco. Il bouquet svela sfumature floreali di fiori di ciliegio e sapori di frutta fresca come caprifoglio e limone, pompelmo e mela. Il palato è dolce, reso ancora più elegante dalla leggera acidità.
Pubblicato il 27 Febbraio, 2019