Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta la Barbera non era molto in auge, facevamo fatica a venderla. Giacomo tornò dai suoi viaggi e ideò un sistema per lavorare questo vino alla sua maniera. Quando presentammo il Bricco dell’Uccellone tutto cambiò. Lo chiesero subito il campione di tennis Björn Borg e il suo allenatore. Erano a Montecarlo, dove Borg aveva un negozio di articoli tennistici nel quartiere Larvotto, che dal centro fiancheggia il mare nella direzione di Ventimiglia.
Per ragioni doganali fui io stesso a portar loro i cartoni di Bricco, dato che abitavo poco distante, a Ospedaletti.
Ricordo anche l’episodio di un famoso ristoratore di Imperia, il proprietario della Lanterna Blu, Tonino, che, invitato a Rocchetta Tanaro a degustare il Bricco dell’Uccellone si presentò a Giacomo con un dentice di 3 kg che aveva appena pescato. A Rocchetta ho portato tanti clienti importanti, come il proprietario del Restaurant du Port, 250 coperti occupati tutti i giorni dell’anno…
E con Giacomo facevo molti viaggi: a fine anni Settanta ricordo una sera a cena a Nervi, in occasione del Bibe. Con noi c’erano un noto produttore di grappa e un famoso enologo altoatesino; Giacomo si divertiva a mettere zizzania e l’enologo criticò una bottiglia di un mio caro amico… ero talmente infervorato che ebbero paura che arrivassimo alle mani. Giacomo rideva, e rideva.
Lo abbracciavo, ma non riuscivo ad abbracciarlo tutto, per il suo cuore enorme.
(Lorenzo Artuso – agente di commercio)
Pubblicato il 20 Marzo, 2019