Una Special Limited Edition del Bricco dell’Uccellone, cassetta di legno appositamente creata per il Trentennale che contiene un Magnum e il decanter Black Tie di Ridel insieme al libro dell’azienda e a un dvd, sarà donata da parte della cantina Braida di Giacomo Bologna ai vincitori del Premio Internazionale Spotorno Nuovo Giornalismo che si svolgerà a Spotorno tra il 18 e il 20 settembre 2015.
In particolare, due saranno i riconoscimenti: Premio #Sbarbaro a Monica Maggioni per il giornalismo “senza confini” che volge il proprio sguardo all’internazionalizzazione, nel confronto e nell’attenzione per l’Europa e per il mondo, e Premio #Primizie a Michele Masneri, per il giornalismo che innova, nelle forme, negli strumenti e nel linguaggio, non orientandosi per forza ai nuovi mezzi di comunicazione (web e social network), ma dando una impostazione “altra” all’informazione tradizionale.
Il Bricco dell’Uccellone, il “terzo figlio” di Giacomo Bologna, fin dal suo esordio nel 1982 ha fatto della selezione del Cru, delle basse rese d’uva e dell’uso della barrique gli strumenti per rivendicare dignità e dare nuova enfasi a uno dei vitigni principali del Piemonte.
L’annata 2012 rappresenta la trentesima vendemmia di questo vino che ha simboleggiato la rivoluzione della Barbera.
Un racconto partecipato con le voci e gli aneddoti principali di questa lunga e fortunata storia si sta componendo sul sito www.braida.it e tramite i social media di Braida. Tutti possono prendervi parte ed esserne protagonisti attraverso i loro ricordi, le foto e le testimonianze sul Bricco dell’Uccellone (welcome@braida.it).
Anche i membri della Giuria del premio – Gianni Riotta, Marco Bardazzi, Stefano Bartezzaghi, Annalena Benini, Stefania Carini, Annalisa Cuzzocrea, Serena Danna, Giuseppe De Bellis, Fabrizio Forquest, Francesco Gaeta, Pietro Galeotti, Ferdinando Giugliano, Mariarosa Mancuso, Felice Rossello, Alessandra Sardoni, Federico Sarica, Luca Sofri e Antonio Troiano – saranno destinati vini della cantina di Rocchetta Tanaro (Asti): in particolare il Montebruna 2013, sulla cui retroetichetta compare una poesia dell’avvocato chansonnier astigiano Paolo Conte.
PROGETTO MONTEBRUNA – Una terra che parla. È questo il messaggio da cui muove il progetto che ha condotto alla realizzazione dell’etichetta di Montebruna. Le lettere che compongono il nome rappresentano i numerosi appezzamenti di terreno che sono stati acquisiti per ricostruire quella proprietà, di grande valore enologico, che è Montebruna. Si richiamano ai filari disegnati, calligraficamente, delle parole e delle poesie, ispirate alle emozioni suscitate nei loro autori. Così, attraverso un naturale processo di identificazione tra la vigna e i versi a che le sono dedicati, si è data voce a una terra che ha molto da raccontare e veste al suo vino che ha già molto da dire. L’anima poetica, spiritualmente francese, di Paolo Conte e l’indole pionieristica di Giuseppe e Raffaella Bologna, figli del creatore dell’azienda vinicola Braida Giacomo Bologna, si sono unite per questo vino.
La Barbera d’Asti MONTEBRUNA 2013 ha infatti nella retroetichetta una poesia di Paolo Conte: parole preziose che intrecciano un legame tra il paesaggio piemontese, il fiume e i vigneti in un brindisi finale.
La famiglia Bologna ideò nel 2001 questa singolare iniziativa che muove dal desiderio di raccontare, attraverso una delle più alte espressioni dell’anima come la poesia, le emozioni che il vino sa suscitare. Per raggiungere questo obiettivo i Bologna si rivolgono, oggi come allora, ad autori che con la propria arte celebrano l’essenza della vita. Il musicista e cantautore Bruno Lauzi nel 2001, il comico e scrittore Giorgio Faletti nel 2003, Roby Facchinetti dei Pooh nel 2005, nel 2008 Omar Pedrini e ora Paolo Conte hanno scritto una poesia per offrire quei tesori del cuore che nascono da ogni personalissimo incontro con Montebruna e il suo vino.
Pubblicato il 28 Marzo, 2019