Braida è il marchio che in Italia e nel mondo è sinonimo di Barbera. Ma Raffaella Bologna, figlia di Giacomo ed entusiasta anima dell’azienda di famiglia, racconta di come sia nata la produzione dei vini bianchi. «Un giorno andai da mio padre e gli chiesi di poter fare un vino mio, ma bianco. Allora mi guardò, mi mostrò il braccio e disse: “Il sangue è rosso e in queste vene scorre Barbera”. Poi, però, non ha saputo dire di no ai figli…».
A quel punto l’idea fu quella di puntare sulla Nascetta, un vitigno autoctono piemontese che stava andando scomparendo: nel 1990 furono piantate le prime piante. Nel 2008, poi, il Langhe Nascetta ricevette la Doc.
In particolare ci soffermiamo proprio su due vini bianchi di Braida: il Fiore, realizzato con una prevalenza di Chardonnay e il 30% di Nascetta, risulta essere più immediato, di facile beva e di grande freschezza, e la Regina, il Langhe Nascetta Doc che ha sicuramente complessità e struttura superiori, un attacco piacevolmente acido e una ottima longevità. Entrambi ideali per l’estate. E se poi arriva qualche temporale a rinfrescare l’aria, si può sempre tirare fuori dalla cantina qualche buona bottiglia di Barbera. Magari il Bricco dell’Uccellone, vino simbolo di Braida.
Pubblicato il 12 Marzo, 2019