“La dimensione (della bottiglia) non è importante, ma un Magnum è meglio” ho sentito dire sin da piccola. Il perché l’ho scoperto negli anni: le bottiglie più grandi permettono al vino di conservarsi ed evolvere meglio.
La mia famiglia ha mantenuto forti legami con le tradizioni piemontesi e una di queste lega il vino alla nuova vita: è il dono che il nonno o il papà realizzano alla nascita di un erede, una bottiglia di un grande vino dell’anno di nascita del destinatario.
Io sono nata nel 1969 e mio fratello Giuseppe nel 1970. Abbiamo ricevuto in dote la Barbera del nonno della nostra annata e in grande formato. L’ottavino di brenta soffiato e un quarto di brenta soffiato: bottiglie di vetro, di misura piemontese da 6, 5 litri e 12,5 litri. Sull’etichetta dei vini c’erano i nostri nomi e l’ammonimento: “Riservate a questo vino una fine degna della sua nascita”.
“Alla festa di leva per i nostri 18 anni abbiamo potuto aprire queste bottiglie ed è stato un bellissimo regalo da condividere con chi amiamo e ci ama.
Abbiamo aperto bottiglie “fuori misura” in occasione del matrimonio, del battesimo dei nostri figli. Lo confesso, mi piace scandire i più importanti momenti di famiglia con grandi vini in grandi formati… sono una tradizionalista.
La Monella mi piace alle feste di compleanno: è un vino che mette allegria. Il Bacialè (lo sponsale) è perfetto per le feste di fidanzamento o al primo appuntamento, perché è un vino che promette bene, determinato. Bricco dell’Uccellone è il vino da aprire in là negli anni, come l’Ai Suma, ed è una garanzia, un vino raffinato e affidabile.
Nel dopoguerra, i vetri dei grandi formati di bottiglia, erano rari ed erano in vetro soffiato creato da artigiani. Fragili e dalle forme a volte irregolari, caratteristica che li rendeva unici e bellissimi. In famiglia, privatamente, li collezioniamo ancora. A volte i vuoti si possono trovare in alcuni mercati dell’antiquariato.
Oggi utilizziamo ancora bottiglie di queste dimensioni ma create a stampo e testate per evitare rotture durante il riempimento e il trasporto.
Quando è possibile realizziamo anche progetti speciali, dedicati. Ci è successo di far fronte a richieste particolarmente esigenti, con formati XXL: la Barbera “Braida” è stata servita anche in autentici giganti di vetro o “primato”, da 27 litri.”
Raffaella Bologna
“La dimensione (della bottiglia) non è importante, ma un Magnum è meglio” ho sentito dire sin da piccola. Il perché l’ho scoperto negli anni: le bottiglie più grandi permettono al vino di conservarsi ed evolvere meglio.
La mia famiglia ha mantenuto forti legami con le tradizioni piemontesi e una di queste lega il vino alla nuova vita: è il dono che il nonno o il papà realizzano alla nascita di un erede, una bottiglia di un grande vino dell’anno di nascita del destinatario.
Io sono nata nel 1969 e mio fratello Giuseppe nel 1970. Abbiamo ricevuto in dote la Barbera del nonno della nostra annata e in grande formato. L’ottavino di brenta soffiato e un quarto di brenta soffiato: bottiglie di vetro, di misura piemontese da 6, 5 litri e 12,5 litri. Sull’etichetta dei vini c’erano i nostri nomi e l’ammonimento: “Riservate a questo vino una fine degna della sua nascita”.
“Alla festa di leva per i nostri 18 anni abbiamo potuto aprire queste bottiglie ed è stato un bellissimo regalo da condividere con chi amiamo e ci ama.
Abbiamo aperto bottiglie “fuori misura” in occasione del matrimonio, del battesimo dei nostri figli. Lo confesso, mi piace scandire i più importanti momenti di famiglia con grandi vini in grandi formati… sono una tradizionalista.
La Monella mi piace alle feste di compleanno: è un vino che mette allegria. Il Bacialè (lo sponsale) è perfetto per le feste di fidanzamento o al primo appuntamento, perché è un vino che promette bene, determinato. Bricco dell’Uccellone è il vino da aprire in là negli anni, come l’Ai Suma, ed è una garanzia, un vino raffinato e affidabile.
Nel dopoguerra, i vetri dei grandi formati di bottiglia, erano rari ed erano in vetro soffiato creato da artigiani. Fragili e dalle forme a volte irregolari, caratteristica che li rendeva unici e bellissimi. In famiglia, privatamente, li collezioniamo ancora. A volte i vuoti si possono trovare in alcuni mercati dell’antiquariato.
Oggi utilizziamo ancora bottiglie di queste dimensioni ma create a stampo e testate per evitare rotture durante il riempimento e il trasporto.
Quando è possibile realizziamo anche progetti speciali, dedicati. Ci è successo di far fronte a richieste particolarmente esigenti, con formati XXL: la Barbera “Braida” è stata servita anche in autentici giganti di vetro o “primato”, da 27 litri.”
Raffaella Bologna