IL VINO.
E una rara bottiglia di Bricco dell’Uccellone 1982, la prima che fece Giacomo Bologna, conservata per berla, come ognuna delle prime dieci annate, con un grande amico. Questa, che era la piu’ preziosa, era destinata a don Giussani, col quale condivisi, nel 1985, anno di inizio della mia carriera giornalistica, il primo bicchiere bevuto insieme (un Barolo chinato di Cocchi).
La Barbera di Rocchetta Tanaro aperta ieri e’ stata una sorpresa inimmaginabile, dopo 22 anni. Aveva un colore rosso aranciato ancora vivo e di buona concentrazione. Al naso, il primo impatto era di profumi speziati, di pelliccia animale, di sottobosco. Profumi terziari che, via via che il vino si apriva, diventavano sempre piu’ intensi e tracciavano la viola. In bocca il sorso era straordinariamente sostenuto da una “spalla” ben pronunciata, era rotondo, tutt’altro che esile nonostante l’eta’, vivo, complesso, morbido (la morbidezza e’ stata la cosa che piu’ colpiva), elegante, di persistenza lunga.
Fascinosa la sua evoluzione di istante in istante, curiosa la totale assenza di odori legati al legno della barrique. Un grandissimo vino.
Una bottiglia di Bricco dell’Uccellone 1982 oltre a essere introvabile, oggi, non ha prezzo. Una bottiglia dell’ultima annata, si trova sui 40/50 euro (Braida di Giacomo Bologna, Rocchetta Tanaro – AT – tel. 0141644113).
(Paolo Massobrio)
Pubblicato il 11 Febbraio, 2022