Giacomo era venuto a trovarci un pomeriggio del gennaio ’83; Gino (Veronelli) lo aveva accompagnato nell’appartamento che, allora, era per noi sia casa che studio, non lontano dalla sede Rai dove avevano registrato una trasmissione.
Giacomo ci parlò di tutti i suoi vini e in particolare dei due più significativi e urgenti: La Monella e il Bricco dell’Uccellone.
Cosa pensavamo dei nomi? Ci chiese.
“Bellissimi, secondo noi!”.
Il suo spirito innovativo e rivoluzionario ci aveva contagiato all’istante, il nostro entusiasmo di giovani progettisti era già alle stelle; ma per dimostrare la sua piena fiducia in noi, ci consegnò addirittura un acconto.
Non avevamo mai fatto un preventivo, mai curato aspetti amministrativi, l’agenzia sarebbe nata di lì a poco; il gesto di Giacomo ebbe un effetto travolgente e noi “partimmo” come razzi: le nostre prime etichette avrebbero dovuto staccarsi da tutte le etichette esistenti e avrebbero dovuto trasmettere lo stesso spirito, innovativo e inconfondibile.
Quel giorno Giacomo addirittura si scusò, disse di essere “impreparato”, per non aver portato con sè il vino che avremmo dovuto vestire; poche settimane dopo ci mandò due cartoni da 15 bottiglie, grazie alle quali cominciammo a ispirarci.
Le etichette de La Monella e del Bricco dell’Uccellone vennero studiate nello stesso momento, ma lanciate in tempi diversi in quanto la Barbera vivace era pronta per il mercato, mentre il Bricco doveva ancora trascorrere tempo nei carati e in bottiglia.
(Giacomo Bersanetti e Chiara Veronelli – designer)
Pubblicato il 17 Aprile, 2020