1967-2017: 50 vendemmie in dolcezza per i nostri Aromatici.
Moscato d’Asti (oggi Vigna senza Nome) e Brachetto d’Acqui erano prodotti già dal padre di Giacomo Bologna, il nonno Giuseppe.
All’epoca erano per lo più vini sfusi, per il ristorante di famiglia e per gli amanti del buon vino.
Non abbiamo mai smesso di dedicare amore e attenzione a questi vini e oggi più che mai ci piacciono la loro allegria e la loro inattesa versatilità.
Per questo li abbiamo vestiti con nuove etichette dai colori briosi e luminosi, in sintonia con la nuova annata presentata nelle scorse settimane.
Restano fermi i canoni estetici delle etichette originali.
Il tradizionale lettering del Brachetto d’Acqui: la composizione tipografica di quel Modern maiuscolo e minuscolo che è diventato un tratto caratterizzante di Braida. Un impianto che si muove, alzandosi e abbassandosi come nella Monella, nel Bricco dell’Uccellone e nel logo dell’azienda e producendo un effetto informale ed elegante.
Fin da quando abbiamo acquistato la vigna a Mango, nel 1990, il Moscato d’Asti Vigna Senza Nome ha fatto dell’anonimia della vigna da cui proviene il proprio tratto distintivo, iscrivendo le lettere in un quadrato sul modello del quadrato magico del Sator in un’articolazione che pone la lettera “G” in evidenza.
Ma le nuove bottiglie parlano soprattutto di passione, energia, vitalità, gioia: i sentimenti della festa, i sentimenti di Braida.
Pubblicato il 26 Febbraio, 2019