Quando scomparse Anna, era febbraio, nevicava. Io con Livia Iaccarino e Peppe Cimmello mi trovato in Toscana, al Castello di Ama. Dovevamo tornare a casa, ma Peppe, che guidava l’auto, non poteva non andare a Rocchetta Tanaro. Il tempo era brutto, arrivammo in ritardo, il funerale era già terminato. Era rimasta solo la famiglia Bologna: Raffaella, Giuseppe, un amico di Giuseppe che arrivava da Milano, e Carlo e Mariuccia. Io conoscevo solo i loro vini, avevo gia venduto il Bricco dell’Uccellone ma all’epoca non lo avevo mai provato.
Il mio ricordo è doloroso, perché il mio primo sorso di Bricco fu proprio quella sera.
Giuseppe Bologna mi abbracciò come fossimo stati amici di vecchia data.
Mi sentivo in imbarazzo ad essere lì invece fui trattato come uno di famiglia, e proprio Giuseppe mi disse di rimanere a cena e scegliemmo insieme in cantina i vini da aprire quella sera. Giuseppe scelse bottiglie vecchie di Gaia, Quinta do Vesuvio, Château d’Yquem, champagne: fu la più grande degustazione della mia vita. Giuseppe aveva preso tutti grandissimi vini eccetto il suo, alla fine prese un magnum di Bricco dell’Uccellone dell’88. La bottiglia che mi è rimasta più impressa.
Ogni brindisi fu per Anna.
(Francesco De Pascale – Sommelier, Enoteca – Pasticceria De Pascale, Avellino)
Pubblicato il 16 Aprile, 2020