Il 28 ottobre 2015, al Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi, in occasione dei festeggiamenti per il trentesimo anniversario dell’uscita della Barbera «Bricco dell’Uccellone» di Braida, Livia Iaccarino ha consegnato a Raffaella Bologna il suo ricordo legato al Bricco dell’Uccellone.
«Erano gli anni ottanta, di ritorno da giri per cantine in Francia siamo passati per Bergamo da Luigi Veronelli, ancora a degustare vini, ancora a scoprire nuove esperienze prima di ritornare a Sant’Agata sui due Golfi a riaprire il Don Alfonso 1890. Gino sulla porta ci saluta e ci chiede: “Stante andando casa?” – era mezzogiorno – “dovete assolutamente passare da Rocchetta Tanaro per la strada provinciale 27 n° 9” – ma non aggiunse altro… Siamo subito partiti e dopo tre ore siamo arrivati, una volta lì siamo stati accolti come vecchi amici, ci hanno fatto sedere ad una lunga tavola apparecchiata per almeno trenta persone che si aggiungevano senza orario man mano che arrivavano. Si discuteva di tutto, erano tutti personaggi famosi ed Alfonso ed io non capivamo affatto dove ci trovavamo, e ci chiedevamo guardandoci increduli: “Ma questo è un ristorante? Ma questo posto cos’è? Perché Gino Veronelli ci ha fatto deviare fin qui?”, a fine pranzo, un pranzo durato fino al tramonto arriva il medico condotto di Rocchetta, cantautore, con la sua chitarra, arriva Carlo suo fratello con la moglie Mariuccia, sono tutti lì, la famiglia “allargata” di Casa Bologna. Infine siamo andati in cantina con Giacomo e lì abbiamo scoperto dove eravamo… Da Giacomo Bologna… un ciclone… uno tzunami. Era quasi l’alba, Giacomo non voleva farci partire ma il Don Alfonso ci aspettava, si doveva riaprire! Siamo andati via con la promessa di tornare e tornare ancora e siamo tornati sempre, non potevamo non tornare nella sua “casa” magica. Un uomo intelligente, generoso, con la sua intuizione ha portato al successo la Barbera d’Asti. Ha nobilitato un vitigno sociale eleggendolo a vitigno nobile di qualità. Un uomo che con la sua carica di simpatia ha calamitato a Rocchetta Tanaro tutto il mondo politico, economico, culturale e sportivo.
Negli anni 80 per una disattenzione di un manutentore la cucina del Don Alfonso saltò in aria, il pezzo più grande era di 3 centimetri. La prima telefonata fu di Giacomo: «non avvilitevi il mio libretto di assegni è a vostra disposizione, di cosa avete bisogno?». Noi gli rispondemmo: “non preoccuparti ti ringraziamo ce la faremo con le nostre forze”. Abbiamo lavorato notte e giorno insieme agli operai e in otto giorni riaprimmo il Don Alfonso.
Non potremo mai dimenticare una sera dopo una cena luculliana in un famoso ristorante piemontese, insieme a Maurizio Zanella e Francesco Arrigoni, usciti a tarda notte dopo aver mangiato e bevuto alla grande, Giacomo ci ha portati al bar vicino alla sua casa, ha svegliato i proprietari dicendo: “scendete, perché dormite? Qui c’è gente importante, domani partono e devono assolutamente provare la frittata alle erbette” ricominciammo a mangiare e bere, arrivati a casa Bologna era quasi l’alba, ma c’erano ancora da assaggiare grandi vini francesi e il primo Bricco dell’Uccellone ’82. Alla fine non ci reggevamo sulle gambe, Alfonso ha cercato di sostenere sotto braccio Giacomo e Maurizio per portarli su in camera ma nelle scale sono caduti tutti e tre. Poi finalmente hanno trovato la camera da letto ma lui dopo un paio di ore è partito per la fiera del tartufo col suo camioncino, che forza! Nel frattempo la mamma preparava per noi e per il rientro di Giacomo la sua specialità un meraviglioso coniglio… Questa era una grande casa, una vera casa sempre aperta a tutti ed il focolare sempre acceso, ed Anna la sua dolce, forte sposa, lo ha sempre seguito e sostenuto giorno e notte al suo fianco, non ha mai detto “sono stanca, vorrei dormire”, mai! Intanto i figli Raffaella e Beppe erano attenti spettatori cresciuti con questo spirito, con questo esempio! Degni eredi e depositari di questa storia meravigliosa che parte da Rocchetta Tanaro e abbraccia il mondo intero.
Di questa famiglia abbiamo ricordi meravigliosi che conserveremo per sempre nei nostri cuori».
(Livia Iaccarino – Don Alfonso 1890 , Sant’Agata sui due Golfi)
Pubblicato il 16 Aprile, 2020