Un incontro a tema “western” che ha celebrato la pasta, il vino, la buona cucina, l’amicizia: al Wine Resort di Rocchetta Tanaro, Braida ha ospitato Mancini Pastificio Agricolo e l’Azienda Agricola Biologica Andrea Felici per l’evento “Spaghetti Western” con un menu studiato per l’occasione dallo chef Federico Sordo (DistrEat Ristorante – Milano).
Nel 2021, in una bella mattinata d’estate, Raffaella Bologna ha conosciuto Massimo Mancini nel suo Pastificio Agricolo, tra i campi nel cuore delle Marche a Monte San Pietrangeli, grazie a un comune amico: il produttore marchigiano Leopardo Felici. Tante cose univano Raffaella a Massimo, ed è stato chiaro da subito: l’inclinazione all’ottimismo e all’allegria, la visione del lavoro, l’attenzione alla propria terra d’origine che si traduce in rispetto per natura e pratiche di sostenibilità, il grande amore per la materia prima, la massima valorizzazione del prodotto, l’entusiasmo per gli incontri che l’enogastronomia favorisce e per i legami che crea. Al termine di quella giornata, Raffaella e Massimo si erano salutati con una promessa: “Ci ritroviamo a pranzo in Piemonte!”.
A distanza di quasi tre anni, quell’incontro a Nord-Ovest è finalmente avvenuto: per “Spaghetti Western” Massimo Mancini ha portato la pasta, Raffaella Bologna e Leopardo Felici hanno messo i vini.
Nella cornice del Braida Wine Resort, sul crinale dolce della collina dell’Asinara a Rocchetta Tanaro, lo chef Federico Sordo ha proposto un menu che ha voluto essere “una cavalcata tra Marche, Piemonte e Lombardia”: la visione di un milanese al quale è stato chiesto di interpretare le Marche, ma anche un elogio alla primavera, dove la valorizzazione della pasta e l’abbinamento con vini Andrea Felici e Braida ha giocato un ruolo centrale.
“Spero che questo incontro non sia l’unico – ha detto Raffaella Bologna nel dare il benvenuto ai convitati – ma il primo di tanti, con artigiani del buon gusto come Massimo Mancini e Leopardo Felici”.
“Sono grato di questa occasione – ha detto Massimo Mancini -. Pochi lo sanno, ma le Marche producono tantissimo grano, eppure non c’è nessuna tradizione nella produzione della pasta. La mia è una famiglia di origine contadine, mio nonno Mariano fu un pioniere nella meccanizzazione nel mondo dell’agricoltura, comprò il primo trattore nel 1946. Seguendo il suo esempio, ho scelto di coltivare grano duro, ma ho fatto un passo in più: ho iniziato a produrre pasta esclusivamente con grano di nostra produzione. Dai 70 ettari iniziali, nel 2010, oggi coltiviamo grano su 800 ettari, tutti nei dintorni del pastificio. Abbiamo selezionato quattro varietà di grano duro, ognuna coltivata con una tecnica agricola specifica e rispondente alle caratteristiche delle diverse esposizioni dei nostri terreni”.
Varietà, esposizioni, tecniche agronomiche: i concetti che avvicinano la pasta Mancini al mondo del vino non finiscono qui: il grano, come l’uva, non è sempre uguale, per questo Mancini scrive sulle confezioni di pasta l’annata della raccolta del grano.
Anche Leopardo Felici ha raccontato la storia della sua azienda, che porta il nome del bisnonno Andrea Felici: “La mia famiglia produce Verdicchio da generazioni, ma solo vent’anni fa abbiamo iniziato a imbottigliare con un nostro marchio. Mio padre all’epoca mi disse che per scrivere bene, bisogna aver letto tanti libri, per fare dei vini buoni, bisogna averne assaggiati tanti. Dopo esperienze professionali al Savoy di Londra, con Gordon Ramsey, e all’Enoteca Pinchiorri a Firenze, dopo assaggiato veramente tantissimi vini da tutto il mondo, sono rientrato a casa con un’idea chiara di cosa volevo dai miei vini: che interpretassero e valorizzassero le nostre terre”.
Vini Braida e Andrea Felici hanno accompagnato il menu studiato per l’occasione da Sordo: “Quello che abbiamo costruito per “Spaghetti Western” – ha commentato lo chef – è stato un menu semplice nell’iconicità dei piatti proposti, come le olive “all’ascolanese”, abbinate al Classico Superiore Andrea Felici Verdicchio dei Castelli di Jesi 2022 in magnum e la carbonara, abbinata a La Monella Braida, Barbera del Monferrato frizzante 2022. E allo stesso tempo un menu divertente, in piena linea con lo spirito della giornata”.
IL MENU E GLI ABBINAMENTI
Spaghetti “allo specchio”: degustazione alla cieca di spaghetti da tre differenti metodi di produzione.
Olive “all’ascolanese” (olive all’ascolana ripiene di ossobuco alla milanese) in abbinamento con Classico Superiore Andrea Felici Verdicchio dei Castelli di Jesi 2022 magnum.
Lumache rigate Mancini (raccolto 2023) con crema di piselli, pecorino, bagnetto rosso ed erbe spontanee in abbinamento con Vigna Il Cantico della Figura Andrea Felici Verdicchio dei Castelli di Jesi riserva 2018 magnum.
Spaghetti Mancini (raccolto 2023) alla carbonara “Western” in abbinamento con La Monella Braida Barbera del Monferrato Frizzante 2022.
Coscia di Agnello in porchetta, il suo fondo e fagioli in potacchio in abbinamento con Bricco dell’Uccellone Braida Barbera d’Asti 2020.
Torta di nocciole, namelaka al caffè e anisetta in abbinamento con Vigna Senza Nome Braida Moscato d’Asti 2023.
FEDERICO SORDO – Classe 1991, nativo di Milano e milanese da sempre. Arriva al mondo della cucina professionale al termine del liceo scientifico dopo un fortuito incontro con Davide Oldani, che gli aprirà la porta del mondo dell’alta cucina. Diverse le esperienze che seguiranno, tutte italiane: Oldani, Sadler, il tristellato Da Vittorio e infine il milanese Ratanà. Spicca il volo con la sua prima esperienza imprenditoriale con DistrEat, locale che per filosofia valorizza la materia prima. Interpretare l’ingrediente di partenza (non necessariamente nostrano) di ciascun piatto con una sensibilità italiana, dando quindi voce all’eredità culturale di chi è cresciuto, è stato immerso, ha viaggiato in Italia. La stagionalità fa da cornice a ogni scelta in cucina.
Pubblicato il 20 Settembre, 2024